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Passante di Bologna: approvarlo significa tradire il futuro della città | Intervista

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Il Consiglio Comunale di Bologna si appresta ad approvare senza battere ciglio la delibera urbanistica che spianerà la strada alla conferenza dei servizi per l’allargamento del passante autostradale di Bologna, nonostante le garanzie chieste dall’amministrazione siano state in gran parte bocciate da Autostrade.

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Di fronte a un sindaco che detta la linea sui mezzi d’informazione, sembra che assessori e consiglieri non abbiano nulla da dire, nonostante le tante belle parole spese in campagna elettorale per la transizione ecologica, il futuro dei nostri figli, “Bologna città più progressista d’Italia”: una decisione che condizionerà per decenni Bologna viene gestita senza dibattito, come fosse una scelta meccanica, ma approvare il passante significa tradire il futuro della città.
 
L’allargamento del passante autostradale non è un’opera per Bologna: è un’opera per coloro che la vogliono costruire. Allo stesso tempo, dare il via libera significa smentire ogni impegno per fare della nostra città una tra quelle che guideranno la transizione climatica: con il voto favorevole, il consiglio comunale prenderebbe la dichiarazione di emergenza climatica approvata nel 2019 e ne farebbe un falò.  
 
Un ‘passante green’ non esiste, perché l’unica soluzione per tutelare la salute dei bolognesi e mitigare il riscaldamento globale è cambiare la mobilità, riducendo il numero di mezzi su gomma e investendo in altri sistemi di trasporto collettivi e di mobilità dolce. Non ci servono altre corsie, ci serve meno traffico: è questa l’unica strada per migliorare la qualità della vita di migliaia di bolognesi, oggi costretti a perdere ore della propria vita all’interno di un’automobile, tutelare la loro salute e il futuro del territorio che viviamo.
 
Siamo convinti che il passaggio in consiglio comunale non rappresenti la fine della storia. Qualunque sarà il voto espresso dai consiglieri, fuori da Palazzo d’Accursio esiste una città che vuole affrontare l’emergenza climatica migliorando il benessere collettivo, investire le risorse pubbliche nella cura di tante/i e non nel profitto di pochi, immaginare un’altra città possibile nella quale democrazia e trasparenza non siano solo slogan buoni per la campagna elettorale. Per questo, sabato 18 dicembre parteciperemo alla spentolata di San Donnino: nella “città più progressista d’Italia”, noi vogliamo essere il sale della democrazia.