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La protesta della Besta

  • Categoria dell'articolo:Bologna
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Pubblichiamo un contributo di Amanda, gruppo attivo a Bologna nella lotta contro il Passante, sulle proteste rispetto al progetto di abbattimento e ricostruzione della Scuola Besta.

Il caso è già arrivato alle cronache di alcuni giornali cittadini. Si tratta del progetto di abbattimento e ricostruzione della scuola media “Fabio Besta”, al parco Don Bosco, di fronte al palazzo della Regione. Il Comune di Bologna ha infatti deciso di finanziare con 16,8 milioni l’abbattimento e la successiva ricostruzione della scuola, preferendo questa opzione ai lavori di ristrutturazione.

Il progetto ha scatenato le proteste che hanno diversi elementi in comune con altre situazioni cittadine. Una su tutte il fattore economico: come scrive il “Comitato di protesta Besta”, nel caso della scuola Guercino una ristrutturazione similare a quella che sarebbe necessaria è costata circa 5milioni di euro, 10 in meno della cifra prevista per l’intervento alle Besta. Il motivo è che la ristrutturazione avrebbe comunque una durata relativa, motivo per cui il Comune ha deciso di intervenire direttamente sull’area circostante per poi allestire il parco nella zona della scuola abbattuta. Peccato che non si fanno i conti con i danni creati al contesto esistente.

Uno di questi è il previsto abbattimento di alberi piantanti negli Novanta, presenti attualmente nella porzione del Parco Don Bosco tra via Serena e via Caduti di via Fani, che avverrebbe con la promessa secondo cui “per ogni albero abbattuto se ne ricostruiranno altri tre”. Al di là della megalomania dei numeri, la nuova zona verde allestita conterebbe certamente con la presenza di nuovi alberi, ma il punto non è arrivare a somma zero. Il punto è che liberare un suolo attualmente coperto da infrastrutture, non implica un’immediata vitalità della zona e dunque abbattere un ecosistema già esistente non è la stessa cosa di piantare un albero. Come afferma Paolo Pileri, ci vogliono 2000 anni per dare vita a 10 centimetri di suolo.

A sinistra la pianta dell’Istituto Besta col parco antistante, a destra il progetto della scuola ricostruita

Non si tratterebbe dell’unico sacrificio previsto, dato che anche la didattica della scuola sarebbe fortemente impattata: le attuali Besta infatti godono di una struttura particolare che prevede per ogni aula un ampio spazio antistante e una porzione significativa di cortile. Chiunque abbia insegnato negli ultimi anni sa quanto possono essere decisivi questi spazi di decompressione, che non saranno replicati nel nuovo progetto.

Non mancano inoltre forme di creatività: dal momento che la nuova scuola affaccerebbe sulla strada e sulla futura linea del tram, si prevede l’innalzamento di barriere fonoassorbenti senza le quali fare lezione in aula risulterebbe difficoltoso. Insomma è evidente che l’esubero di infrastrutture avrà effetti impattanti.

La protesta è immediatamente diretta alle istituzioni cittadine. Il Comitato è infatti intervenuto in massa direttamente dentro la sede del Partito Democratico, alla presenza degli Assessori Daniele Ara e Simone Borsari e della presidente di quartiere Adriana Locascio. Tra le parole d’ordine ricorrenti: il rifiuto dell’ennesimo consumo di suolo e dell’avanzamento delle opere di cementificazione.

Il caso specifico infatti sembra rientrare nella direzione che la città ha intrapreso molto chiaramente, tanto che la zona è già ampiamente interessata da alcuni mutamenti in atto: a poche centinaia di metri, infatti, sono state spostate sia le attività del Teatro Comunale, che le partite della Virtus, con conseguenze rilevanti per la circolazione. Inoltre, secondo i progetti del Comune, in quella zona andrebbe a defluire parte del traffico che defluirà dal Passante dato che, società Autostrade dixit, con l’allargamento di Tangenziale Nord e A14 il numero di auto transitante è destinato ad aumentare.

Si conferma dunque uno scenario in cui l’unica cosa rilevante è il fare fine a se stesso. I reali e dichiarati obiettivi (la diminuzione del traffico, la sostenibilità economica, la carbon neutrality) sono sì enunciati, ma, nella continua sommatoria di progetti su progetti, l’unico effetto sembra quello di favorire la speculazione a scapito della vivibilità della città.

Il “Comitato di protesta Besta” invita le realtà cittadine ad un incontro pubblico Sabato 7 Ottobre alle 11, presso il Parco Don Bosco (via Serena-Via Caduti di via Fani) zona San Donato Fiera.