Road to Climate Justice: (ri)pensare, affermare, immaginare, costruire

Negli ultimi mesi, ci siamo prese del tempo per discutere e confrontarci, tra noi e con molte di coloro che intersecano i nostri percorsi. Pensiamo sia necessario rilanciare con forza una prospettiva ecologista, e crediamo che questo rilancio passi anche da una riflessione collettiva sulle mobilitazioni degli ultimi anni, sui loro limiti e sulle opportunità che hanno aperto.
Ne è nato un lungo documento, che pubblichiamo qui come contributo di discussione, con la voglia e l’ambizione di riscrivere queste pagine insieme a coloro che, in forma individuale e collettiva, vorranno contribuire a cercare sentieri per fare delle prospettive ecologiste gli sguardi con cui provare a costruire insieme ‘altrove’ possibili. Nei prossimi mesi, discuteremo queste pagine in eventi pubblici e incontri, durante i seminari della Climate Justice University e con coloro che vorranno aiutarci a individuare cosa non funziona e cosa manca. E’ anche possibile inviarci contributi e riflessioni, che pubblicheremo in questa pagina, in cui raccoglieremo anche gli aggiornamenti. 

Se voi, individualmente o come collettivo, inviarci un contributo, scrivi a info@bolognaforclimatejustice.it

Ci piacerebbe discutere queste pagine con collettivi, gruppi, associazioni che in questi anni hanno dedicato passione ed energie ai tanti temi che tocchiamo in questo documento: se vi sembra che questo testo possa essere l’occasione per un momento di confronto, contattateci!

Cosa abbiamo scritto nel documento? Ecco una sintesi:

In questi anni, la crisi climatica si è presa la ribalta. Non solo per le grandi mobilitazioni del 2019, che in tanti angoli del mondo hanno visto milioni di giovani scendere in piazza. Ma, anche e forse soprattutto, per le conseguenze sempre più evidenti del riscaldamento globale.

Eppure, nel mondo che viviamo non esiste soluzione alla crisi climatica, perché essa è il sintomo via via più evidente di una malattia cronica che fonda le proprie radici nella storia secolare dell’umanità e ha a che fare con lo sfruttamento di vite e risorse. Per questo, per costruire percorsi verso la giustizia climatica, è necessario tornare a politicizzare il nostro presente, i luoghi che viviamo, le forme delle nostre relazioni sociali, per coltivare l’ambizione di cambiare il presente.

Negli ultimi anni, e in particolare nel 2019, abbiamo visto le piazze riempirsi per rivendicare soluzioni al riscaldamento globale, ma le ripetute crisi economiche, la pandemia, e le guerre, hanno infranto l’ambizione di far diventare la questione ambientale e climatica la questione chiave intorno alla quale costruire una mobilitazione sociale a vocazione maggioritaria.

Quella dell’intreccio tra le cause della crisi climatica e le cause delle crisi sociali è una consapevolezza ben radicata nei movimenti ecologisti, ma dobbiamo andare oltre il terreno dell’alleanza. È tempo, invece, di coltivare l’ambizione di fare società; e in una società noi vediamo tanti equilibri: tra persone, tra i loro bisogni, tra essi e l’ambiente nel quale questi ultimi si esprimono. Ma, per raggiungere dei punti di equilibrio, è necessario rompere lo status quo e colmare le distanze, che nella sfera sociale si chiamano diseguaglianze.

Con la consapevolezza che le ecologie che vogliamo vivere non stanno nel sistema economico e sociale che caratterizza il nostro tempo e il nostro spazio, ci siamo interrogate su alcuni tra i temi che attraversano la metropoli globale: l’infrastruttura come spazio sociale, lavorare per un bene collettivo, la casa come spazio fondamentale, le intelligenze artificiali e la digitalizzazione. Abbiamo accennato ad alcune prospettive, posto delle domande, individuato delle parole chiave che ci aiutino a leggere la complessità che vogliamo attraversare per fare delle prospettive ecologiste lo spazio che, nelle mobilitazioni così come nelle sperimentazioni, costruisce pratiche politiche per conquistare quotidianità più belle e complesse.

Quelle presenti nel documento sono riflessioni che non consideriamo concluse: queste pagine, infatti, sono una versione beta, che vogliamo mettere a verifica confrontandoci con le realtà collettive che hanno voglia di contribuire; lo faremo attraverso un percorso che, nei prossimi mesi, sarà articolato in momenti di discussione pubblica, incontri, approfondimenti tematici e la raccolta di contributi, commenti e punti di vista.

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