Verso lo spazio delle ecologie urbane
Come abbiamo scritto nel documento ‘Road to Climate Justice’, i movimenti climatici che hanno attraversato i nostri territori negli anni passati vivono oggi una stagione di riflusso. Le rivendicazioni ecologiste faticano a immaginare un domani desiderabile per tante e tanti, mentre la narrazione del limite di 1,5 gradi centigradi di aumento medio della temperatura che l’umanità dovrebbe rispettare, oltre a rischiare di essere superata dalla nuova realtà climatica, è incapace di affrontare le tante dimensioni sociali legate al riscaldamento globale.
Dobbiamo affermare che la crisi climatica è un fenomeno prima di tutto sociale, che acuisce le diseguaglianze esistenti e ne crea di nuove. Per questo, abbiamo scritto nel documento, “vogliamo immaginare le infrastrutture come spazi sociali”. D’altra parte, vogliamo anche immaginare nuovi spazi urbani come officine di sperimentazione di pratiche ecologiche. Infrastrutture sociali nelle quali costruire “percorsi trasformativi e progetti concreti, capaci di parlare di energie e territori”, di generare rivendicazioni, azioni e conflitti verso la giustizia climatica.
In questi anni abbiamo assistito al fallimento delle politiche sul cambiamento climatico; su scala globale le emissioni climalteranti non hanno fatto che aumentare, mentre i governi investono in armamenti e la guerra è tornata a essere un’inaccettabile quotidianità; a livello locale, la regione che viviamo – l’Emilia-Romagna – è tra le prime per consumo di suolo, e anche dopo la drammatica alluvione del 2023 (che ha avuto una replica a settembre 2024) si è continuato a investire su grandi opere e cementificazione. La nostra città – Bologna – vive fenomeni di turistificazione che aumentano le diseguaglianze, mentre le ondate di calore la rendono invivibile per gran parte dell’estate, e non possiamo accettare che la soluzione sia frequentare i centri commerciali come ‘rifugi climatici’. Di fronte all’inadeguatezza delle politiche istituzionali, servono pratiche collettive di riappropriazione ecologica della città.
Crediamo che i temi del suolo e della forestazione siano, tra gli altri, particolarmente efficaci nel rappresentare la città in cui vogliamo vivere. Desigillare il territorio urbano e affermare il valore del suolo, creare e curare nuovi boschi urbani, immaginare pratiche di orticoltura urbana e infrastrutture verdi per proteggere la mobilità ciclabile e pedonale, ci sembrano alcune suggestioni da cui partire per costruire uno spazio di sperimentazione, di rivendicazione e di conflittualità, che vuol fare della pratica la conseguenza necessaria delle nostre riflessioni.
In una città che ha espresso l’ambizione istituzionale di affrontare la crisi climatica, e che in questi anni e negli ultimi mesi è stata attraversata da conflitti che hanno a che fare con queste tematiche, costruire uno spazio di questo genere significa immaginare un’infrastruttura sociale per l’aggregazione e la moltiplicazione delle pratiche ecologiste dal basso. Pensiamo siano maturi i tempi per fare un passo avanti rispetto alle tante e importanti esperienze di mobilitazioni ecologiste di questi anni, costruendo un nuovo spazio urbano di aggregazione, convergenza e mobilitazione che faccia delle riflessioni ecologiste uno degli strumenti per affrontare le diseguaglianze che attraversano la nostra quotidianità, esprimendo allo stesso tempo progettualità e conflittualità.
Verso lo spazio
Mercoledì 16 ottobre, 20:00
Centro Sociale della Pace – via del Pratello 53
Cosa significa costruire uno spazio delle ecologie urbane a Bologna? Con quali obiettivi, quali desideri, quali processi? Immaginiamo insieme cosa dovrebbe essere uno spazio delle ecologie urbane a Bologna.
Riprendere terra
Mercoledì 6 novembre, 20:00
Centro Sociale della Pace – via del Pratello 53
Come si costruiscono processi collettivi che aprano spazi di pratica collettiva? Ne parliamo a partire dalla decennale esperienza di Mondeggi Bene Comune raccontata da Andrea Ghelfi.
Costruire pratiche
Mercoledì 27 novembre, 20:00
Centro Sociale della Pace – via del Pratello 53
Suolo: desigillare gli spazi urbani. Bosco: riforestare la città. Cibo: coltivare e trasformare relazioni. Costruiamo pratiche che hanno bisogno di spazio, e il percorso per realizzarle collettivamente.