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Un’estate al rifugio climatico

  • Categoria dell'articolo:Bologna
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La prima ondata di calore è già arrivata. Temperature torride, città invivibile. A tal punto che si annullano le attività sociali, mentre gli enti invitano le persone più vulnerabili a non uscire di casa. Il riscaldamento globale è qui e ora, e ci mostra i suoi impatti sociali: dopo il lockdown della pandemia, arrivano le limitazioni per il troppo caldo: non si fa sport, non si esce, non ci si gode la città all’aria aperta. E questo è il meno: perché c’è chi, sulle strade bollenti, ci lavora, o le deve percorrere per raggiungere un capannone rovente.

Desigillare, forestare. Sono i verbi che invochiamo da mesi per ripensare una città che deve vivere il futuro. Nella città colombiana di Medellin, per esempio, nell’ultimo decennio è stato messo in pratica un programma di forestazione urbana – attraverso la realizzazione di 30 corridoi verdi – che ha già prodotto la diminuzione di circa 2°C delle temperature medie. Abbassare la temperatura media dello spazio urbano significa produrre politiche climatiche per tutte, e non soltanto per chi ha i mezzi economici per raffrescare i propri ambienti domestici.

E, di certo, in queste primavere roventi che si trasformano in estati incandescenti, non possiamo accontentarci di 15 rifugi climatici mappati dall’amministrazione comunale, peraltro (quasi) tutti nel centro della città. Se ci state dicendo che il nostro futuro è chiuderci in un centro commerciale con l’aria condizionata, o attendere il tramonto in una sala pubblica, non ci siamo capite. I rifugi climatici andranno bene per un’emergenza, ma qui stiamo parlando di quotidianità.

Quelle che viviamo, infatti, sono le estati più miti dei prossimi decenni. Lunghe ondate di calore, con temperature ben al di sopra delle medie storiche e notti tropicali, saranno la normalità di estati sempre più lunghe. Nello spazio urbano, a causa del cemento e dell’asfalto, la temperatura aumenta di diversi gradi, mentre la presenza di acqua e vegetazione la abbassa. Muoversi a piedi o in bici, poi, diventa impossibile sotto il sole cocente, e per questo servono ombreggiature e alberature diffuse.

Ecco perché, non dobbiamo prenderci in giro: 15 rifugi climatici sono un palliativo utile per fare una mappa online. Per vivere la città nella crisi climatica, dobbiamo costruire ecologie urbane.