Siamo ancora qui.
Dopo più di vent’anni siamo ancora qui.
Con i nostri cavoli, le nostre carote infangate e le lumache sopra le insalate.
Con i pani e le farine macinate nell’ultimo mulino ad acqua, che presto chiuderà.
Con i nostri vini, sempre lontani dagli standard industriali, e con le birre inventate dal niente. E con le nostre magie fatte di erbe selvatiche.
Siamo ancora qui, a cercare di coltivare, allevare, trasformare, produrre cibo con le nostre braccia e le nostre teste.
Siamo qui, a cercare autonomia ed equilibrio, nelle nostre vite e nelle terre che ci ospitano.
Siamo qui, nonostante la siccità , le alluvioni e le tasche della gente sempre più vuote.
Siamo qui. Nonostante tutto resistiamo, anche se è dura e qualcuna è dovuta tornare a lavorare per il padrone. Di queste perdite ci consolano i giovani che ancora ci provano.
Siamo qui, con la nostra ostinata profonda scientifica autogestione, la zattera che ci permette di affrontare il mondo che verrà con un briciolo di speranza.
Siamo qui, con il desiderio di una rivoluzione radicata nel cuore: cibo veramente buono per tutte e un reddito dignitoso per i contadini, come per tutte. E una vita bella – libere – da tutte le oppressioni e dalla guerra, che si avvicina sempre di più.
Per questo saremo anche noi in piazza il 12 aprile al Climate Pride, per essere unite, per convergere, per insorgere, per una rivoluzione agroecologica e sociale.
